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mercoledì 1 maggio 2024

Fabio Di Giannantonio (Ducati): "Pazzo per la tecnologia"


 

Con l'avvicinarsi dell'annuncio ufficiale di un nuovo regolamento MotoGP, i dibattiti sulla tecnologia futura della MotoGP diventano sempre più aperti. Fabio Di Giannantonio respinge gran parte delle nuove idee.


Il conto alla rovescia è iniziato. Tra pochi giorni ci sarà chiarezza ufficiale sulle regole future della tecnologia MotoGP, discusse da tempo nella Motorcycle Grand Prix Commission. Le proposte di cambiamento ricevono un ampio sostegno nel paddock, ma sono anche oggetto di controversie.


Si sentono poche voci contrarie alla probabile limitazione della cilindrata a soli 850 cc. Nei team MotoGP c'è ampio consenso sul fatto che una riduzione della potenza del 15 percento sia accettabile. In pratica, ciò comporterebbe una diminuzione della potenza massima del motore, dagli attuali circa 300 CV a circa 250 CV di picco. Ma è anche un fatto che la potenza massima attuale viene rilasciata solo per una frazione della fase di accelerazione grazie al sofisticato controllo elettronico del motore. Solo su tracciati ad alta velocità la potenza massima ha un ruolo.


Molto più controverso è il divieto futuro di alcune assistenze alla guida elettroniche, in particolare del Ride height device. Lo stesso vale per le significative restrizioni alle componenti aerodinamiche. Queste non sono solo estremamente complesse e costose da sviluppare, ma comportano anche un aumento enorme delle velocità di curva e quindi dei rischi di caduta.


I piloti MotoGP della vecchia scuola accolgono per lo più favorevolmente le misure proposte. Recentemente, a Jerez, il grande maestro spagnolo e collaudatore KTM Dani Pedrosa si è pronunciato a favore della soppressione di tali elementi. Fedele alla filosofia del "ritorno alle origini", il profondamente esperto Pedrosa (38 anni) desidera che l'attenzione sia maggiormente concentrata sul pilota.


Un approccio completamente diverso è quello del pilota Ducati Fabio Di Giannantonio. Come tipico rappresentante di una nuova generazione, il 25enne esprime un amore per i prototipi attuali della MotoGP. "Dal mio punto di vista, non potrebbe esserci niente di più bello per un pilota MotoGP di oggi. Mai mi separerei volontariamente da queste moto. Onestamente, una moto MotoGP deve essere un puro prototipo. Tutto dovrebbe essere possibile. La MotoGP, per me, è l'espressione massima di tutta l'ingegneria."


Il protetto di VR46, recentemente il più veloce nei test di un giorno a Jerez, va oltre nella sua convinzione: "Sballo di gioia quando mi trovo davanti alla mia moto e mi occupo della tecnologia. È così pazzo, la potenza incredibile, tutte queste funzioni e dispositivi elettronici e possibilità, io amo questo e penso che la MotoGP dovrebbe essere così. È la Formula 1 su due ruote."


Nonostante una valutazione prudente dei rischi, "Diggia" rimane saldamente convinto: "Ammetto che la tecnologia ha anche svantaggi e dobbiamo fare attenzione che lo spettacolo non ne risenta. Un effetto è che sorpassare con le moto diventa sempre più complicato. Ma comunque, come pilota di queste moto, non vorrei mai nulla di diverso. Mai!"



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