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La KTM AG e la Pierer Mobility AG, che impiegano circa 5000 persone, stanno affrontando gravi difficoltà. Dopo un primo taglio di circa 600 posti di lavoro durante l’anno, ora sono previsti ulteriori 300 licenziamenti, principalmente nelle aree di produzione. Per cercare di ripristinare la stabilità, il CEO Stefan Pierer ha annunciato la chiusura dell'impianto tra gennaio e febbraio 2025, insieme ad altre misure come la riduzione dell’orario di lavoro e la gestione dei magazzini per ridurre il surplus di produzione.
Cosa ha causato questo disastro finanziario che ha fatto crollare il valore delle azioni di Pierer Mobility sotto gli 8 euro a novembre, mentre l’anno precedente erano superiori ai 60 euro? Un motivo è sicuramente il rallentamento del mercato globale della mobilità, che ha colpito non solo i produttori europei, ma anche molte case automobilistiche e fornitori del settore auto, trasferendo il suo impatto anche sui produttori di motociclette.
Inoltre, il motociclismo è diventato un lusso in molti paesi e la crescente inflazione ha ridotto il potere d'acquisto. Tuttavia, ci sono anche problemi legati alla specificità del sito austriaco, che hanno contribuito alla crisi. Un esempio lampante è l’aumento delle «costi unitari del lavoro» in Austria, che sono cresciuti del 30% negli ultimi anni, un tasso incredibilmente alto rispetto al 6-7% in Germania e Svizzera. Questo ha reso difficile per KTM adattarsi alla domanda ridotta senza poter aumentare ulteriormente i prezzi, data la già alta pressione sui costi di produzione.
In un contesto di bassa domanda, alcuni potrebbero suggerire una delocalizzazione della produzione, come hanno fatto altre case automobilistiche, trasferendo la produzione in paesi con salari più bassi come Bulgaria, Romania o Turchia. Tuttavia, Pierer ha scelto di rimanere fedele al sito austriaco, trasferendo solo modelli di motocross a basso costo a partner in India (Bajaj) e in Cina (CFMOTO).
Stefan Pierer, originario della Stiria, è anche presidente della Camera di Commercio di Alta Austria e, in questa veste, ha spesso criticato le condizioni economiche in Austria e ha sollecitato l'intervento della politica. Ora si trova di fronte alla sfida forse più grande della sua carriera.
Da mesi KTM è impegnata in trattative con i principali azionisti e istituti bancari per risolvere la difficile situazione finanziaria. Nel 2022, il debito netto ammontava a 300 milioni di euro, ma quest’anno è balzato a 1,5 miliardi di euro. Il fabbisogno di finanziamenti è stimato in un ammontare a tre cifre in milioni di euro.
In questa situazione, ci sono segnali che potrebbero arrivare aiuti da parte di Red Bull, uno degli sponsor principali di KTM. Mark Mateschitz, che detiene il 49% di Red Bull dopo la morte di suo padre Dietrich, e Stefan Pierer hanno già avviato una collaborazione su una partecipazione comune in Rosenbauer (azienda specializzata in attrezzature per i vigili del fuoco). Un coinvolgimento di Red Bull potrebbe impedire che KTM passi sotto il controllo di altri partner, come Bajaj.
Le trattative sono ancora nelle fasi iniziali, e KTM non ha rilasciato dichiarazioni concrete sui possibili esiti e sull’entità dell’aiuto finanziario. Nel frattempo, tra gennaio e febbraio 2025, le fabbriche di Mattighofen rimarranno chiuse e i dipendenti riceveranno il salario come se lavorassero a una settimana da 30 ore. Inoltre, sono previsti programmi di riassunzione per alcuni dipendenti, mentre altri riceveranno voucher da 8.000 euro per l’acquisto di motociclette KTM.
Inoltre, si segnala che nel 2024 sono stati distribuiti gratuitamente circa 11.000 e-bike dalla Pierer Group ai propri dipendenti, a causa di un eccesso di produzione.
Nonostante le difficoltà economiche, le attività sportive di KTM in MotoGP non sono state influenzate: nel 2025 vedremo ancora quattro moto RC16 in griglia. Inoltre, KTM e GASGAS rimarranno presenti nelle classi Moto2 e Moto3.
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