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Il giovane talento spagnolo Pedro Acosta, al suo primo anno in MotoGP, si è aggiudicato il poco ambito titolo di "Sturzkönig" (re delle cadute) con 28 scivolate. Pur avvicinandosi al record di 29 cadute stabilito da Marc Márquez nel 2023, Acosta ha mostrato grande velocità e determinazione, anche se la sua stagione è stata caratterizzata da episodi sfortunati.
Il punto più basso per Acosta è stato il GP del Giappone, dove, nonostante un fine settimana dominato in termini di velocità, è finito nella ghiaia sia nella Sprint che nella gara principale.
Marc Márquez, invece, si è fermato a 24 cadute, dimostrando di aver imparato a gestire meglio il limite della sua Ducati GP23 nella seconda metà della stagione. Tuttavia, il fratello Alex Márquez non è stato da meno, con 21 incidenti che lo hanno portato sul "podio" di questa speciale classifica.
Le squadre di Gresini, rappresentate dai fratelli Márquez, hanno dovuto affrontare un duro lavoro di riparazione, con un totale combinato di 45 cadute durante la stagione – oltre due per ogni weekend di gara. In confronto, il team ufficiale Yamaha (Rins e Quartararo) ha registrato solo 19 incidenti in tutta la stagione.
Jack Miller, sotto pressione come pilota ufficiale KTM, ha collezionato 20 cadute, dimostrando quanto sia difficile trovare il giusto equilibrio con la RC16.
La top 5 delle cadute ha incluso anche Aleix Espargaró, che, nella sua ultima stagione in MotoGP, ha mostrato ancora grinta e velocità, sebbene a volte al prezzo di qualche errore di troppo.
Tra i due protagonisti della lotta per il titolo, il campione del mondo Jorge Martin ha accumulato 15 cadute, molte delle quali in sessioni di prove o qualifiche, evitando errori gravi in gara (solo 3 incidenti). Al contrario, Francesco Bagnaia è scivolato 9 volte, ma in situazioni cruciali che hanno pesato sulla sua rincorsa al titolo.
Nonostante la maggior parte delle cadute abbia avuto esiti fortunati, alcuni piloti hanno dovuto fare i conti con conseguenze fisiche:
Pilota più "prudente" della stagione: Luca Marini, con sole 4 cadute, confermandosi tra i più consistenti e attenti.
La MotoGP 2024 ha dimostrato ancora una volta quanto sia sottile il confine tra velocità estrema e rischio: piloti come Jorge Martin e Pecco Bagnaia hanno saputo trovare il giusto equilibrio, mentre per altri, come Pedro Acosta, la ricerca del limite si è spesso tradotta in un costo elevato in termini di incidenti.
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