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Stefan Bradl: i motivi del suo ritiro dalle gare

Stefan Bradl, pilota tedesco e Moto2 Campione del Mondo 2011, ha annunciato che il Gran Premio di Barcellona sarà la sua ultima apparizione in MotoGP come wildcard. A 34 anni, il pilota del team Honda Racing Corporation (HRC) chiude un capitolo iniziato nel 2005 sullo stesso circuito, quando esordì nella categoria 125cc.


Dal 2018, Bradl ha ricoperto il ruolo di collaudatore e pilota sostitutivo per Honda, accumulando 45 gare aggiuntive dopo il suo ultimo anno da titolare in MotoGP nel 2016. Tuttavia, la sua decisione di ritirarsi dalle competizioni è legata a una serie di fattori personali e professionali.


Bradl ha spiegato che la natura delle wildcard in Honda è cambiata drasticamente negli ultimi anni. Se in passato queste partecipazioni rappresentavano momenti di picco nella stagione, ora sono principalmente occasioni per testare componenti durante i weekend di gara. 


«In passato, correre una wildcard era un momento speciale della stagione. Si preparava tutto al meglio, simulando una gara e le qualifiche, per puntare al massimo risultato. Ora è tutto diverso. Siamo immersi in una crisi tecnica e ogni wildcard viene utilizzata esclusivamente per testare. Non c’è più tempo né risorse per prepararle adeguatamente», ha dichiarato Bradl a Barcellona.


Bradl ha sottolineato come l’intensificazione del programma di test di Honda abbia influito sulla sua capacità di competere al massimo livello: «In ogni sessione devo provare qualcosa di nuovo. Non ho mai due moto identiche, quindi non riesco a costruire un feeling stabile. Non posso nemmeno spingere al limite, perché non avrebbe senso rischiare cadute in questo contesto.»


Questa situazione ha avuto un impatto significativo sulla sua motivazione. «Un weekend di wildcard è frustrante quando sai di non poter dare il massimo. Ti senti limitato e il tuo lavoro diventa solo un mezzo per lo sviluppo tecnico dell’azienda.»


Secondo Bradl, la trasformazione delle wildcard in test su pista è iniziata dopo la pandemia: «Dal 2022 tutto è cambiato. La pressione su Honda è aumentata e le performance sono peggiorate. Quest’anno ho avuto sei wildcard, ma nessuna è stata preparata adeguatamente. Invece di concentrarsi su una performance ottimale, il focus era esclusivamente sul testare nuovi componenti.»


Nonostante il suo ritiro dalle competizioni, Bradl continuerà a lavorare come collaudatore per Honda fino al 2026, secondo il contratto rinnovato lo scorso luglio. Tuttavia, sembra improbabile che torni a gareggiare: «Per poter competere a un livello accettabile, è necessario un programma preparato con cura e una base tecnica solida. Senza queste condizioni, è difficile pensare a risultati soddisfacenti.»


Con il Gran Premio di Barcellona, Bradl chiude il suo capitolo come pilota competitivo, lasciando un’eredità significativa con 53 piazzamenti nella top 10 in MotoGP. La sua attenzione ora sarà rivolta a migliorare le prestazioni della RC213V, contribuendo allo sviluppo di Honda per il futuro.

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