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Tortura nel deserto: una sfida estrema per i piloti di Formula 1

Nonostante l’intenso allenamento fisico a cui si sottopongono, i piloti di Formula 1 hanno vissuto nel 2023 uno dei Gran Premi più duri della loro carriera a causa delle estreme condizioni del GP del Qatar. Ora, l’appuntamento con il deserto torna in calendario, ma con una leggera speranza: condizioni climatiche più miti.

Durante il GP dello scorso anno, le temperature vicine ai 40 gradi e un’umidità del 75% hanno messo a dura prova i limiti fisici dei piloti. Logan Sargeant, allora al volante di una Williams, è stato costretto al ritiro al giro 40 su 57, lasciando il cockpit solo con l’aiuto dei medici. Esteban Ocon ha raccontato di essersi sentito male al punto da vomitare nel casco, mentre Oscar Piastri si è sdraiato a terra prima della cerimonia del podio, incapace di rimanere in piedi. Molti altri piloti hanno lamentato sintomi di disidratazione e problemi di visibilità durante la corsa.

Quest’anno il GP del Qatar si svolge a fine stagione, quasi due mesi dopo rispetto al 2023, sollevando aspettative su condizioni ambientali meno proibitive. Nico Hülkenberg, che l’anno scorso ha definito quella gara «la più brutale mai affrontata», ha spiegato: «Il GP del Qatar del 2023 è stato il primo in cui ho sentito ogni singolo minuto dopo il traguardo. Il caldo e l’umidità erano estremi, soprattutto nella parte finale della gara.»

Il pilota del team Haas, però, guarda con ottimismo al prossimo evento: «Questa volta il GP si correrà più tardi nella stagione, e questo dovrebbe migliorare le condizioni.» Anche Martin Poole, il coach atletico di Hülkenberg, concorda: «La pista del Qatar è tra le più impegnative fisicamente nel calendario. Le alte temperature mettono a dura prova i piloti, ma con il cambio di data speriamo in un clima leggermente più fresco.»

Tuttavia, Poole sottolinea che la preparazione resta cruciale: «La sfida fisica rimane enorme. Evitare la disidratazione sarà fondamentale, quindi useremo tecniche di raffreddamento come bagni di ghiaccio e asciugamani refrigerati. Faremo attenzione a ridurre il tempo che Nico trascorrerà al caldo e a mantenere un’adeguata idratazione. Inoltre, ci prepareremo per gestire il jet lag, trovando rapidamente un buon ritmo sonno-veglia una volta arrivati in Qatar.»

Il GP del Qatar si conferma dunque non solo una gara di velocità, ma anche una prova estrema di resistenza fisica e mentale. I piloti, pronti a spingersi al limite, dovranno affrontare un deserto che non perdona, sperando che il calendario rivisto renda questa sfida almeno un po’ meno ardua.

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