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Joel Kelso continua a sorprendere nella stagione 2025 della Moto3. Sul circuito di Jerez, il giovane talento australiano del team KTM MTA ha conquistato un solido terzo posto, salendo per la seconda volta quest’anno sul podio. Ma dietro questa costanza c’è un lavoro mirato che inizia ben lontano dai riflettori: l’allenamento con la Superbike.
Un podio che vale oro
Kelso, partito dalla seconda posizione in griglia, ha avuto un inizio complicato che lo ha visto scivolare fino alla sesta posizione dopo appena due curve. Tuttavia, con determinazione e una strategia solida, è riuscito a recuperare terreno fino ad agganciare il leader Jose Antonio Rueda. Nella seconda metà di gara, Rueda ha imposto un ritmo inavvicinabile, lasciando Kelso a duellare con Angel Piqueras per il secondo gradino del podio. Alla fine, l’australiano si è dovuto accontentare del terzo posto, comunque il suo miglior risultato sul tracciato andaluso.
“Il mio obiettivo era restare con Rueda, ma non sono riuscito a tenere il suo passo fino alla fine”, ha ammesso Kelso. “Con Piqueras è stata una bella lotta, lui ha avuto la meglio oggi, ma vedremo se riusciremo a invertire i ruoli nei prossimi GP.”
Il punto debole diventa punto di forza
Storicamente Jerez non è una pista amica per Kelso. Tuttavia, grazie a un lavoro di adattamento e analisi, ha capito dove migliorare.
“Ho sempre avuto difficoltà qui. Sono arrivato con l’obiettivo di capire perché andassi così male. Ho iniziato a frenare prima per impostare meglio l’uscita di curva, un aspetto in cui Rueda è fortissimo. Sto imparando molto da lui e voglio portare queste lezioni anche a Le Mans.”
L’allenamento con la Superbike fa la differenza
Uno dei fattori chiave nel salto di qualità di Kelso è il nuovo approccio all’allenamento. Oltre al cambio di squadra (passando da Boe Motorsports a MTA KTM), il 21enne ha modificato radicalmente il proprio metodo di preparazione.
“Mi sono allenato molto con la Superbike, che è perfetta per simulare la perdita di grip nella seconda parte di gara. Ti abitui al posteriore che slitta e impari a gestirlo. Ho anche fatto molto motocross: è rischioso, ma ti insegna il controllo. Dopo 40 minuti con le braccia distrutte, sai che non puoi sbagliare. È un ottimo modo per migliorare il ritmo gara.”
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