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venerdì 12 luglio 2024

Jonathan Rea (Yamaha): «Una caduta a 210 km/h fa male»


 

Nel primo round del campionato mondiale Superbike a Misano, Jonathan Rea ha subito una caduta violenta. Quattro settimane dopo, il pilota ufficiale Yamaha si chiede ancora se nella sua mano sinistra ci sia qualcosa di rotto.


Il rendimento a Misano è stato nuovamente deludente per il sei volte campione del mondo e vincitore di 119 gare, Jonathan Rea. Dopo aver ottenuto il quindicesimo posto in qualifica, Rea è stato protagonista di una caduta rovinosa nel primo round. Nonostante le difficoltà, è riuscito a conquistare l'ottavo posto nella Superpole Race e il decimo nella seconda gara di domenica.


«Non direi di essere al 100%, ma è molto meglio rispetto a Misano», ha raccontato Jonathan Rea giovedì pomeriggio durante un incontro con SPEEDWEEK.com a Donington Park. «Ho subito un forte colpo alla mano sinistra, nella zona dello scafoide. Guardando indietro, stento a credere di aver corso le gare di domenica. Mi sono fatto visitare a Jerez perché non mi sembrava di stare bene. Quando premo sullo scafoide, non è affatto piacevole. Mi hanno fatto una radiografia e anche una risonanza magnetica e una TAC, ma non hanno trovato nulla.»


«Fa male cadere a 210 km/h», ha sottolineato il 37enne. «Ma la caduta è stata colpa mia. Partendo dalla quindicesima posizione, è tutto molto stretto. Ovviamente volevo fare una buona gara ed ero molto determinato. Ma devo anche rispettare il fatto che gli altri sono veloci. E sono spietati. La lezione che posso trarre da tutto questo è che devo essere un po' più paziente. Quando le cose non vanno per il verso giusto, a volte non puoi forzare la situazione.»


Durante le quattro settimane di pausa da Misano, Rea ha girato a Silverstone con la sua moto da allenamento e anche a Jerez su diverse Yamaha.


Questa esperienza ha evidenziato per Rea la necessità di un approccio più calmo e paziente nelle gare future. Le sue parole e la sua esperienza a Misano sono un promemoria del pericolo costante e delle sfide fisiche che i piloti di Superbike affrontano, sottolineando al contempo la resilienza e la determinazione necessarie per competere a livelli così alti.

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